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Storia di una collaborazione con i designer di domani

Benvenut* o bentornat* su “Friday File – vi diciamo quel che facciamo”, la nostra newsletter che racconta cosa sta succedendo qui in GEAR.it. Per esempio: settimana scorsa si è conclusa la collaborazione con gli studenti del terzo ed ultimo anno del corso di Progettazione grafica e visual design della Scuola Internazionale di Comics, sede di Reggio Emilia. Alle/ai ragazz* – età compresa tra i 22 e i 26 anni – il compito di proporre una strategia di comunicazione per la variegata realtà imprenditoriale in cui lavoro. Ecco com’è andata.

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Mini premessa un po’ noiosa ma esplicativa

Giusto per contestualizzare. ScuolaComics è un istituto post diploma con sedi dislocate in diversi capoluoghi italiani (con un paio di sedi all’estero) in rete tra loro, tra cui quella di Reggio Emilia. La scuola propone diversi corsi e workshop tra cui si distinguono tre percorsi principali: fumetto, illustrazione e progettazione grafica. Proprio in quest’ultimo dal 2016 sono docente nei corsi di Tipografia e impaginazione nel primo anno, in quello di Identità visiva nel secondo anno e, infine, nel cosiddetto Progetto III° anno che conclude il corso di studi. Si tratta di un modulo – durato quest’anno oltre tre mesi – che intende raccogliere le competenze acquisite dalle/dagli student* durante i tre anni, per applicarle alla richiesta di un committente esterno che cambia ogni volta – con le classi di anni precedenti abbiamo lavorato, tra gli altri, con l’Associazione Archivio Storico Olivetti e con l’editore Franco Cosimo Panini con un progetto riguardante la nota agenda Comix.

Olivetti Zip – progetto editoriale online proposto All’Associazione Archivio Storico Olivetti

Dopo qualche mese di confronto interno con interviste e focus group, qui in GEAR.it abbiamo stilato un documento comprendente asset valoriali, mission, vision, approccio metodologico e direttrici strategiche. Insomma le basi necessarie per implementare la strategia di comunicazione e rendere visibili in modo chiaro e originale il posizionamento e gli obiettivi di marketing individuati. È allora che ho proposto alla direzione didattica la collaborazione – accettata di buon grado – con ragazze e ragazzi del corso che si svolge al mattino (ce ne sono altri due, pomeriggio e prima serata). L’obiettivo di GEAR.it era di poter disporre di un’ipotesi strutturata interpretata secondo uno sguardo contemporaneo.

Fine della premessa. 🎉

Tempesta di cervelli

Nonostante il documento strategico sia chiaro e sintetico, il fatto che GEAR.it sia composta da sei business unit con competenze affatto differenti e che un nuovo nominativo sia ancora in via di definizione prospettava un ambito progettuale di non semplice soluzione. Non solo: in fase di brainstorming ho espressamente richiesto di cortocircuitare un pensiero lineare fatto di target, concept, payoff e altri mirabolanti termini tecnici in lingua inglese, cogliendo gli stimoli che le nuove generazioni stanno imprimendo alla comunicazione.

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Alla fine della prima lezione sbigottimento e sconcerto erano visibili sui volti de* ragazz*. Con il fondamentale contributo di Alessia Planeta, docente specializzata nei processi progettuali, abbiamo dunque facilitato l’inquadramento del problema. Ci sono volute tre lezioni per iniziare a “sbandolare” la matassa. Pagine e pagine di ricerca, schemi disegnati sulla lavagna a fogli mobili, parole chiave a go-go: confronto, verifiche, non funziona, repeat, questo mi piace, ci siamo quasi ma, interloquire, e quindi? okey, dai iniziamo a visualizzare, però poi… Poi gli schemi si sono fatti sintetici, poi sono emerse possibili tecniche da utilizzare, poi i pensieri hanno cominciato a incastrarsi nel modo giusto, poi l’area di indagine si è ristretta. Poi è arrivato il momento di presentare l’ipotesi progettuale al committente.

Fluidità

Così Costantino, Denis, Francesca, Gaia, Redonis, Silvia, Sofia e Yasmine si presentano presso i nostri uffici con in tasca un misto di emozione e apprensione: devono spiegare ai soci e ai miei colleghi cosa hanno scoperto nelle ricerche, cosa ne hanno dedotto, che strada intendono intraprendere. Per l’occasione hanno confezionato un documento con l’app Miro: una lavagna digitale condivisa su cui hanno lavorato a più mani che, tra frecce, schemi, testi evidenziati e pittogrammi disegnati a mano, fanno scorrere sotto gli occhi degli astanti, zoomando su un passaggio fondamentale, sull’analisi SWOT, sulle direttrici individuate. Infine, ad uno ad uno, mostrano le prime ipotesi visive. Si va dal glassmorphism ai gradienti, passando per forme in tre dimensioni, palette colori, trasformazioni di forme geometriche, caratteri tipografici da utilizzare.

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Screenshot della presentazione in Miro e uno dei moodboard presentati

Nell’indagine emerge un concetto che sembra “fittare” (voce del verbo inglese to fit, italianizzato alla moda degli adolescenti) a perfezione. La fluidità interpreta l’integrazione delle diverse competenze che GEAR.it mette in campo in un miscela che si sa adattare alle richieste e ai contesti: un mix fluido, appunto. Anche le rappresentazioni visive incuriosiscono ed attraggono. Feedback positivo incassato: ci vediamo settimana prossima per la sesta lezione.

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Animazione prevista per l’home page del sito

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La testa, il cuore, il mouse

Si torna in aula: gli stimoli presentati adesso vanno tradotti in progetti, format, visual design. Tono della comunicazione informale ed amichevole; quattro stili prescelti – gradienti, 3D, tipografia e forme geometriche semplici: differenti eppure riconducibili ad un unica matrice; omnicanalità, ossia presenza diffusa e coerente, approccio collaborativo: ecco la cosiddetta core idea, il cuore e insieme le fondamenta della strategia. No alla montona immagine coordinata, anzi: tinte forti, contrasti vivaci, accostamenti imprevedibili.
Manca solo di dargli un nome, scegliamo POP DESIGN. 🆒

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Viene stilata la lista delle applicazioni da esemplificare, online ed offline. Si parte con la presenza sui social network: quali scegliere? (Facebook anche no!). E che tipo di narrazione attuare per ogni canale? (post uguali per ogni piattaforma: anche no!). Si parte da Instagram per cui si privilegia l’impatto visivo, passando per Telegram, Quora, Spotify, Pinterest, Tik Tok (non poteva mancare). Per Youtube viene ideato un format agile e originale dall’emblematico titolo “Agitiamo le menti”. E infine Discord, piattaforma di comunicazione pensata per i gamers che, con i suoi Server e Canali, si presta ad accogliere contenuti molto differenti eppure affini. Come strategia vuole. Per il sito una semplice ma efficace landing page con elementi ludici interattivi, animazioni curiose e pulsanti giganti che rimandano ad altrettanti touchpoint presidiati.

Tra una sperimentazione con il collage, il design di pittogrammi, la visualizzazione di un possibile payoff per le applicazioni offline si sceglie di ipotizzare una linea di merchandising che viene visualizzata sotto forma di borraccia, felpa, shopper, agenda e attraenti adesivi – senza marchio eh! che uno: non siam mica la Nike, e due: si può essere riconoscibili anche solo per lo stile. 😉

Un’importante sezione della presentazione riguarda l’ipotesi per il decoro murale della sede: le proposte sono multiformi, coloratissime, stravaganti e originali: tutte progettate con buon gusto e ottima sensibilità cromatica.

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La notte prima degli esami

Ultima lezione, si torna in GEAR.it. Stavolta con una presentazione progettata con Figma che sullo schermo scrolla come un sito web. A turno le/gli student* illustrano la ricerca, motivano le scelte, mostrano gli esempi visivi navigando tra il documento guida e le pagine dei canali social aperti per l’occasione: proiettati sul grande schermo si susseguono carousel, animazioni, video ironici e gli animali domestici dei proprietari di automobili Tesla (andare sul loro Server Discord per credere). Qualche tentennamento mostrato durante la prova generale lascia il posto a una sicurezza inaspettata per la giovane età, segno di una preparazione mirata (e tre anni di pratica: per ogni progetto di ogni corso le/gli student* presentano e motivano i propri artefatti a docenti e compagni).

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La presentazione corposa e dettagliata dura quasi un’ora e mezza, nessuno si annoia, neanche io che ormai la conosco a memoria. Anzi, a tratti mi emoziono. Lo sforzo è apprezzato e le/i ragazz* si guadagnano un sessione dedicata di Officina dei Futuri. Grazie GEAR.it per l’occasione, grazie a voi per le idee, il lavoro, la passione. OK, è quasi l’una, tutti al bar per un meritato aperitivo. Si commenta, si scherza ma si pensa già alla settimana dopo: un’altra presentazione – l’ultima, quella dell’esame finale del corso triennale con un professionista esterno, un art director che valuterà il portfoglio che ognuno di loro ha confezionato durante un modulo previsto nel programma di studi. A loro il futuro davanti. A me un po’ di invidia. A noi di GEAR.it il compito di esaminare, ponderare, valutare le proposte e di mettere in pratica i tanti stimoli raccolti.


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Random

Vi linkiamo quel che vediamo. A cura della redazione.

Alla fine di ogni Friday File, suggeriamo qualche spunto: cose che abbiamo incrociato, ci hanno incuriosito e che ci fa piacere condividere. Questa volta tre casi emersi dalla ricerca o segnalati dalle/dagli student*.

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